Fondation Européenne pour la Psychanalyse
Laboratorio Freudiano con il sostegno / avec le soutien de
Fedepsy, Giardino Freudiano e Inconscio a Firenze
Mazara del Vallo 7-8 luglio 2023 / 7-8 juillet 2023
Seminario vescovile Aula magna
Piazza della Repubblica
Due Giornate di studio in onore di
Deux journées d’étude en l’honneur de
Moustapha Safouan
Organizzazione / Organisation
Giampiero Belli, Luigi Burzotta, Vincenzo Montalbano Caracci
Traduzione simultanea: italiano – francese e viceversa
Per ogni informazione: luigi.burzotta@live.it
Traduction simultanée : italien – français et vice-versa
Pour tout renseignement : luigi.burzotta@live.it
Comitato scientifico / Comité scientifique:
Gabriela Alarcon, Graziella Baravalle, Renata Barbieri, Gorana Bulat Manenti, Giampiero Belli, Simone Berti, Luigi Burzotta, Roland Chemama, Don Leo Di Simone, Marcelo Edwards, Jean Marie Fossey, Jean Richard Freymann, Sylvain Frérot, Hélène Godefroy, Jean-Paul Hiltebrand, Cristina Jarque, Martine Lerude, Laura Kait, Maria Pia Marangon, Rosa Navarro Fernandez, Laura Pigozzi, Gérard Pommier, Claus Dieter Rath, Louis Sciara, Daniel Syboni, Jean-Jacques Tyszler, Johanna Vennemann.
Venerdì 7 luglio / Vendredi 7 juillet
Ore 09,30/9h30 Accoglienza e iscrizioni /Accueil et inscriptions
Ore 10,30/10h30 Luigi Burzotta
Introduzione / Introduction
Ore 11,00/11h00 Claus Dieter Rath
Quali leggi sono “la legge del linguaggio” e “la legge della parola”?
Quelles lois sont « la loi du langage » et « la loi de la parole » ?
Ore 11,30/11h30 Renata Barbieri
Per una traduzione italiana di « Le langage ordinaire et la différence sexuel »
Ore 12,00/12h00 Soraya Ayouch
Parole, engagement et Vérité dans l’œuvre de Moustapha Safouan
Parola, impegno e Verità nell’opera di Moustapha Safouan
Ore 12,30/12h30 DISCUSSIONE / DISCUSSION
Ore 13,00/13h00 Pausa pranzo / Pause déjeuner
Presidente /Président Elisabeth du Boucher
Ore 15,00/15h00 Marisa Fiumanò
Lacaniana
Ore 15,30/15h30 Rosa Navarro Fernández
Ce dont j’ai fait usage / Ciò di cui faccio uso
Ore 16,00/16h00 Thierry Sauze
Moustapha Safouan e l’etica del dire bene ovvero il desiderio dell’analista Moustapha Safouan et l’étique du bien dire ou bien le désir de l’analyste
Ore 16,30/16h30 DISCUSSIONE / DISCUSSION
Ore 16,30/16h30 Pausa/Pause
Presidente /Président Johanna Vennemann
Ore 17,00/17h00 Jean-Richard Freymann
Les retournements dialectiques de Moustapha Safouan à partir de son œuvre
I capovolgimenti dialettici di Moustapha Safouan a partire dalla sua opera
Ore 17,30/17h30 Graziella Baravalle
Moustapha Safouan et Sandor Ferenczi (dans La psychanalyse, science, thérapie et cause, et dans Regard sur la civilisation) / M. Safouan e S. Ferenczi (in La psicanalisi, scienza, terapia e cosa e in Sguardo sulla civilizzazione)
Ore 18,00/18h00 Richard Broda
« La Parole ou la Mort » (1993) », ouvrage clef de M. Safouan. Un commentaire
« La parola o la morte » (1993) », opera chiave di M. Safouan. Un commento
Ore18,30 /18h30 Daccache Jeannette
De la dualité à la division du sujet
Ore19,00 / 19h00
DISCUSSIONE / DISCUSSION
Sabato 8 giugno / Samedi 8 juillet
Presidente /Président Hélène Godefroy
Ore 9,30/9h30Maria Concetta Pinto
La civiltà post-edipica / La civilisation post-œdipienne
Ore 10,00/10h00 Piero Di Giorgi
Padre reale, Padre simbolico, Padre immaginario
Père réel, Père symbolique, Père imaginaire
Ore 10,30/10h30 Gabriela Alarcon
La cura con la parola può solo divenire gracile nella civiltà di mercato?
La cure par la parole ne peut que s’étioler dans une civilisation du marché?
Ore11,00/11h00 Pierluigi Imperatore
La possibilità delle origini dipende dall’incontro con i padri?
Ore11,30/11h30 DISCUSSIONE / DISCUSSION
Ore 12,00/12h00 Pausa / Pause
Presidente /Président Luigi Burzotta
Ore12,30/12h30 Cosimo Trono
Entre « Le puits de la vérité » de M. Safouan et les « Carnets sur les Anagrammes » de F. de Saussure / Tra «Il pozzo della verità » di M. Safouan e « I quaderni sugli anagrammi » di F. de Saussure
Ore13,00/13h00Annick Galbiati
Du sujet de la science
Sul soggetto della scienza
Ore13,30/13h30DISCUSSIONE / DISCUSSION
Ore14,00/14h00
Conclusioni
L’iscrizione alle Giornate di Mazara del 7 e 8 luglio prossimi, non può essere fatta sul posto, perché la Sala si trova in un luogo istituzionale. Ogni iscrizione dovrà essere regolata con molto anticipo preferibilmente entro il 30 maggio 2023.
Se volete regolare la vostra iscrizione potete farlo (fino e non oltre il 30 maggio) con un bonifico bancario di 150,00 euro (120,00 euro per i membri della FEPP, di LF, Fedepsy, GF e IF) al conto corrente bancario della Fondation:
FONDATION EUROPEENNE POUR LA P
Lungotevere degli Artigiani 30 – 00153 Roma
IT91J0103003278000061120185
Codice BIC: PASCITM1A43
L’inscription aux Journées de Mazara prochains du 7/8 juillet, ne pourra pas se faire sur place, puisque la Salle est située dans un lieu institutionnel. Toute inscription doit être réglé de préférence avant la date du 30 mai 2023.
Si vous voulez régler votre inscription vous pouvez le faire (d’ici la date limite du 30 mai 2023) avec un virage bancaire de 150 euro (120,00 euro pour les membres de la FEPP, du LF, Fedepsy, GF e IF) au compte bancaire italien de la Fondation :
FONDATION EUROPEENNE POUR LA P
IT91J0103003278000061120185
Code BIC: PASCITM1A43
Moustapha Safouan, nell’ultimo decennio della sua produzione saggistica (2008-2018), che credo il più fecondo della sua lunga riflessione teorica, ci ha fatto dono di alcuni libri fondamentali per l’avvenire della psicanalisi.
Intellettuale di primordine, in circa settanta anni di esercizio e di elaborazione teorica, si è tenuto lontano da ogni implicazione politica di conventicola, distinguendosi come un maestro della psicanalisi.
Estraneo da qualsiasi impegno che si prefiggesse, come scopo, un’affermazione che non fosse quella di un prestigio indiscusso e universalmente riconosciuto, ha pubblicato, fra le altre pregevoli opere di questo decennio operoso di cui qui discorro, anche un profilo storico di psicanalisi che possiamo considerare una guida insostituibile nell’universo freudiano.
Sono gli anni maturati nei suoi prolungati soggiorni a Mazara del Vallo in una casa dirimpetto al mare, dalla cui distesa fino all’orizzonte, oltre alla luce variegata gli giungeva il respiro profondo delle onde e l’odore salmastro, mentre era immerso nelle sue letture propedeutiche all’invenzione di una rinnovata scrittura, che doveva dar vita a una nuova serie di opere.
La prima opera di questo ciclo, Pourquoi le monde arabe n’est pas libre. Politique de l’écriture et terrorisme religieux, Denoël 2008 (Tr. It: Perché il mondo arabo non è libero…, Spirali 2008), è tratta dalla traduzione e rielaborazione in lingua inglese (Why Are the Arabs Not Free? : The Politics of Writing), di un vecchio testo scritto in lingua araba sulle tematiche del terrorismo religioso, risalente a un’epoca non sospetta perché anteriore all’11 settembre 2001, ma che era rimasto lettera morta presso gli intellettuali suoi connazionali proprio perché scritto in lingua araba. L’autore mi aveva a lungo parlato della sua intenzione di riscrivere quel testo in lingua inglese per attirare l’attenzione dell’universo culturale arabo sulle argomentazioni originali che quel libro svolgeva.
In quel momento egli meditava anche di sviluppare un discorso attorno alla sua idea centrale sul carattere non mitico della prima identificazione al padre, “per eccellenza maschile” secondo la formula di Freud, ch’egli riteneva fosse valida non solo per il maschio ma anche per la femmina, come primo aggancio per il soggetto per abitare il buco nel linguaggio.
Per questa prima identificazione maschile della bambina egli cercava una conferma probante nell’osservazione attenta e prolungata della condotta nella mia nipotina di due anni, seguendone gli scambi articolati con suo padre, come egli stesso accenna nel suo libro: Le langage ordinaire et la différence sexuelle, Odin Jacob 2009, opera nella quale si dedica appunto a una sua personale elaborazione in rapporto all’impianto teorico lacaniano sul godimento femminile.
L’opera tuttavia che considero centrale di questo periodo, di largo respiro storico e teorico, che ha come titolo di testa La psicanalisi (La psychanalyse) e come sottotitolo, Terapia, scienza – e causa (Terapie, science – et cause) Thierry Marchaine 2013, principia col prendere in esame quel “movimento”, derivato dalla geniale invenzione nata nello studio di Freud e lo analizza fin dal suo sorgere nel Circolo di Vienna.
Segnalando i limiti che l’esperienza freudiana doveva incontrare prendendo la forma di un “movimento”, Safouan segue, con acume psicanalitico, i diversi modi in cui operava il transfert dei seguaci sul maestro, e individua in questa diversità il loro diverso atteggiarsi sui fondamenti teorici dell’opera freudiana.
Parimenti, illustra con rigore la vivificante ripresa teorica dei concetti freudiani nell’insegnamento di Jacques Lacan e ne segue l’evoluzione fino alle vicissitudini che seguirono, tra i suoi allievi, prima e dopo la dissoluzione dell’Ecole Freudienne, da lui fondata, e dopo la sua morte.
Giunti al termine della monumentale e complessiva ricostruzione di Safouan, potrei dire che, un certo parallelismo, con l’esperienza drammatica del Circolo freudiano, si può riscontrare nelle vicende dell’Ecole freudienne, «La saga lacaniana»; benché, per l’autore, lo stesso Lacan, con Rank e Ferenczi, sia da considerare il terzo e più grande dissidente dell’IPA.
Dalla lettura di questo libro si può evincere che Safouan, addentro, come pochi, nel dibattito teorico, etico e politico dei primi seguaci di Freud, resta il più pertinente lettore dell’originale apporto di Lacan alla psicanalisi e il più penetrante e acuto interprete dello spirito lacaniano, senza mai nulla concedere, nelle sue personali riflessioni ed elaborazioni, al gergo del lacanismo.
L’autore dei rinomati Etudes sur l’Œdipe(Seuil 1974) non poteva non ritornare su questo tema prediletto con uno sguardo diverso, assumendo intorno al 2015 lo stesso spirito d’indagine che due anni dopo lo avrebbe impegnato a ricercare il nesso tra linguaggio e invenzione nel panorama scientifico del novecento. Tale ricerca avrebbe dato vita a Le puits de la vérité, la psychanalyse et la science, Hermann 2017, dove mette a confronto la verità scientifica con quella psicanalitica, lasciando intendere che l’una e l’altra sarebbero infine, seppur diversamente, attinte dallo stesso pozzo, per il loro diverso modo di abitare il buco nel linguaggio.
Questo interessante libro sul comune linguaggio tra scienza e psicanalisi, segue la pubblicazione del Regard sur la civilisation oedipienne, désir et finitude, Hermann 2015, ma ne chiarisce a posteriori il metodo e lo stile d’indagine.
L’idea centrale di questo Sguardo prospettico sulla civiltà edipica è che il XIX secolo in Europa, per la sua ricchezza intellettuale e gli sconvolgimenti sociali e nazionali che l’hanno segnato, regge ampiamente il confronto con il V secolo della democrazia ateniese, letto questo alla luce dei grandi tragici: Sofocle, con Antigone e Edipo Re, ed Euripide con le Baccanti.
Un paragone tra i due secoli animato e ravvivato da una differenza rilevante: che la vittoria della democrazia ad Atene non ha impedito alla religione, dopo essere stata in epoca arcaica la religione della famiglia patriarcale, di avere il suo posto come religione di stato nell’Atene del V secolo, sia nella sua espressione ufficiale ed elitaria dell’Olimpo, sia nella sua espressione popolare e universale di Dioniso; mentre il XIX secolo in Europa è stato segnato dalla “morte di Dio”, formula sulla quale insisteva in modo assillante Nietzsche.
Dioniso è il dio che presiedeva al rito del teatro classico, essenzialmente come “maschera del desiderio”. Egli è il dio che viene da altrove e si manifesta nella città per sconvolgerne l’ordine e il potere costituito con un altro potere, incommensurabilmente più forte, quello conferito agli adepti del Tiaso, una comunità spontanea alla quale si aderisce senza distinzione di sesso, di età, di appartenenza sociale o di ricchezza.
Nelle Baccanti ne fa le spese il tiranno Penteo, elevato al trono di Tebe dal volere della madre Agave, della quale il figlio sostiene superbamente l’immagine fallica; ma è proprio la stessa madre, che mutata dal dio in baccante, nel furore dell’ebrezza bacchica lo sbrana e lo fa a pezzi, disseminati nella boscaglia, salvo la testa che lei porta in mano come un trofeo credendo sia quella di un leone.
Al dio Dioniso, che Safouan non esita a dare il nome di Desiderio o Cosa freudiana, si allaccia dunque la questione se sia la hybris che fa il tiranno o viceversa.
“Edipo è l’uomo che sa”. Egli fonda su questo sapere riconosciuto il suo potere al servizio della città, mentre la dismisura, hybris, del suo desiderio tirannico si radica in un sapere che non sa di avere: il parricidio e l’incesto.
A venti secoli di distanza il genio straordinario di un medico viennese, Sigmund Freud, ha saputo intendere nei nevrotici gli stessi desideri misconosciuti della tragedia edipica, colmando, senza volerlo, il buco religioso del suo secolo.
L’apporto di Jacques Lacan, con la sua dottrina del significante che divide il soggetto, è di cogliere la radice della nevrosi nella passione d’essere, che conduce il soggetto a misconoscere la sua mancanza ad essere, la stessa che s’iscriveva religiosamente nella differenza tra gli uomini e gli dei. Sicché Lacan “tirando in qualche modo Dio dal suo nascondiglio, lo trova ancorato nella significazione della metafora paterna”, ma per farne l’operatore strutturale della trasmutazione in lettera dell’organo, che tra uomo e donna media la riproduzione, elevandolo alla funzione simbolica del fallo.
Così il fallo come uno dei Nomi del padre viene a giocare “un ruolo comparabile a quello dell’Aleph, divenuto grazie a Cantor il segno del transfinito”.
È evidente come un’opera riecheggia l’altra e insieme si compenetrino nello stile, perché a conclusione dell’opera seguente, Le puits de la vérité…(2017) di cui ho già detto, con una sterzata delle sue, Moustapha Safouan preconizza: “Nell’era neoliberale in cui siamo, l’azione combinata di ciò che è stata detta l’ultima rivoluzione industriale, da un lato, e la rivoluzione genetica, dall’altro, è pervenuta a tale punto da porsi la questione se l’Edipo ma anche la psicanalisi non siano giunti al loro termine. Una questione di cui il minimo che si possa dire è ch’essa richiede un’altra opera”.
Si tratta di quell’opera ch’egli aveva già in cantiere e i cui argomenti erano oggetto delle più vive e franche discussioni nei nostri aperti e amichevoli scambi consueti.
È appunto La civilisation post-oedipienne, Hermann 2018, che ha pure contrariato l’autrice della traduzione italiana, (La civilizzazione post-edipica, Polimnia digital editions 2018), e che, con i temi di grande attualità che vi svolge, può essere uno degli argomenti caldi di queste Giornate di luglio 2023 a Mazara del Vallo.
Infine com’era accaduto alla penna di Freud con la Ichspaltung, la matita gli è caduta di mano dopo aver trattato dello stesso argomento: De la dualité à la division du sujet, Hermann 2019.
Ho voluto dare una rapida personale sintesi dell’ultimo sforzo teorico e di scrittura di Moustapha Safouan ritenendo che il migliore omaggio che noi potremmo fargli nelle Giornate a lui dedicate sia quello di parlare e discutere di queste sue opere.
Luigi Burzotta